Torna il Medfilm Festival, 'Hope' il tema della 31/a edizione
A Roma dal 6 al 16 novembre. Premi a Aya Ansour e Tony Gatlif
Ottantatré titoli in programma in anteprima nazionale, internazionale e assoluta che competeranno nelle diverse categorie, in rappresentanza di 33 Paesi; 50 gli ospiti che accompagneranno i film, numerosi gli operatori che prenderanno parte alle tre sezioni (MedWips, MedPitching e MedTalents) dei MedMeetings, l'evento industry del festival (alla nona edizione). Sono i numeri della 31/a edizione del MedFilm Festival, il festival del cinema del Mediterraneo, unico evento italiano dedicato alle cinematografie euro-mediterranee e mediorientali, fondato e diretto da Ginella Vocca, in programma dal 6 al 16 novembre. Il tema di quest'anno è "Hope", "Speranza", intesa come spinta vitale e attiva, verso un futuro di pace: è "Hope" è anche il titolo della scultura, realizzata dall'artista campano Francesco Cuomo e ispirata alla Global Sumud Flottilla, scelta per premiare i vincitori del festival. Tra le sedi che ospiteranno la manifestazione, il The Space Cinema Moderno, il Teatro Palladium, la Casa del Cinema e l'Archivio Flamigni e l'Università La Sapienza. Confermate tutte le categorie, a cui si aggiungono quest'anno nuove collaborazioni con i partner dell'area, nello specifico Made in Qatar Shortcuts 2025, Cabriolet Film Festival e Pianeta Mare Film Festival - Il miglior cinema sul pianeta blu, a sostegno dell'idea di un cinema aperto e in dialogo con le sponde del Grande Mare. Tra le novità della 31/a edizione, nell'ambito del Giubileo 2025, il Premio Ecumenico istituito insieme all'Institut Français - Centre Saint-Louis, riservato al film che sappia raccontare la profondità dell'esperienza umana, mettendo in luce valori universali come la speranza, la giustizia e la solidarietà. Due gli omaggi di questa edizione del MedFilm. Il primo è un dittico dedicato alla Palestina: Gli ingannati di Tewfik Saleh, film del 1972 presentato in una copia restaurata da World Cinema Project e Cineteca di Bologna in collaborazione con National Film Organization e con la famiglia di Saleh, che narra il sogno di tre rifugiati palestinesi di raggiungere la ricchezza e la sicureza in Kuwait; e Il tempo che ci rimane di Elia Suleiman, un amico del festival e maestro indiscusso del cinema palestinese, per un racconto della vita quotidiana degli arabi palestinesi a partire dal 1948 di cui il regista è anche il silente protagonista. Il secondo è un ricordo del grande regista francese Paul Vecchiali, Premio alla Carriera del MedFilm nel 2014, con il film di Antonio Pettinelli Paul a Mayerling - Un ritratto, racconto personale e corale di un'esistenza indissolubilmente legata al cinema. Il Premio Koinè, rivolto a personalità del mondo dell'arte, della scienza, dell'impresa culturale e dell'associazionismo che si siano distinte per l'impegno a mantenere vivo il dialogo tra i popoli del Mediterraneo, verrà conferito alla giornalista e attivista palestinese Aya Ashour, "per aver difeso, con la forza della verità e della parola, il diritto all'informazione e all'istruzione, raccontando al mondo cosa significa vivere oggi a Gaza. In una Striscia chiusa alla stampa internazionale da oltre due anni, Aya Ashour ha narrato con lucidità e profonda dignità gli orrori della guerra e la resilienza del suo popolo, continuando a testimoniare anche sotto le bombe la realtà della sua famiglia e dei civili intrappolati nel conflitto". Il Premio alla Carriera del MedFilm Festival 2025 va al regista, sceneggiatore, compositore, attore e produttore algerino di etnia rom Tony Gatlif, Chevalier de la Légion d'Honneur e vincitore per la miglior regia a Cannes 2004 con "Exils", "per aver celebrato con il suo cinema umanista e rivoluzionario, vibrante ed autentico, il potere dell'arte come linguaggio universale".
D.Campanella--INP
