Garattini, 'in Italia ricerca vista come spesa non investimento'
"Serve rivoluzione culturale, fermare la fuga dei giovani'
"Voglio condividere questo riconoscimento con tutti i miei colleghi e collaboratori dell'Istituto Mario Negri, che lavorano con grande difficoltà in una situazione in cui in Italia la ricerca è considerata una spesa anziché un investimento": lo ha dichiarato Silvio Garattini, fondatore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, a margine del Premio De Sanctis per la ricerca scientifica, consegnatogli oggi a Roma quale riconoscimento per la sua carriera. "Speriamo - ha aggiunto - che premi come questo aiutino a far capire che il Paese ha bisogno di molta più ricerca se vuole continuare davvero uno sviluppo economico. Abbiamo grandi difficoltà rispetto ai Paesi stranieri, sia per le somme disponibili sia per un eccesso di burocrazia che spesso riduce anche le possibilità economiche. L'augurio è che la scienza torni ad avere un ruolo in questo Paese. Bisogna anche fare in modo di attuare delle risorse perché i giovani non fuggano - continua- Continuiamo a perdere gente, e perdiamo i migliori, quindi dobbiamo stare molto attenti: questo è un po' il problema". Riguardo al riconoscimento ricevuto, Garattini ha commentato con ironia: "è un riconoscimento per la carriera, per la vecchiaia. Finché possiamo, cerchiamo di continuare a essere attivi e a far capire al Paese l'importanza della salute. Per averla serve una grande rivoluzione culturale: oggi la medicina tende a ignorare che la maggior parte delle malattie sono evitabili". Garattini ha poi ricordato che "abbiamo quattro milioni di diabetici di tipo 2, una malattia evitabile con buone abitudini di vita; il 40% dei tumori è evitabile, e ogni anno muoiono 180mila persone di tumore. C'è molto da fare, bisogna spostare l'attenzione del Paese verso la prevenzione: la maggior parte delle malattie dipendono da noi. Ci lamentiamo delle liste d'attesa, ma siamo noi che le creiamo". Quanto al segreto della longevità, il professore ha risposto: "Sono le buone abitudini di vita: non fumare, non bere, non prendere droghe, camminare, avere un'alimentazione varia ma moderata, mangiare poco e mantenere rapporti sociali".
E.Scozzafava--INP