
'104 modi di amare', a Roma un evento su sessualità e disabilità

Sabato 11 confronto esperti e professionisti contro pregiudizi
Contribuire a rompere il silenzio sulle tematiche dell'affettività e della sessualità dei disabili, e creare uno spazio di confronto aperto, libero da pregiudizi e pietismi. Questo l'obiettivo di '104 modi di amare', una giornata di dialogo prevista sabato prossimo al Casa Internazionale delle Donne di Roma, a cura di Parent Project aps, l'associazione italiana che riunisce i pazienti con distrofia muscolare di Duchenne e Becker e le loro famiglie, e da LoveGiver OdV, associazione impegnata da anni per il diritto alla sessualità delle persone con disabilità. "Quando si parla di disabilità - si legge in una nota di Parent Project aps - l'amore, il desiderio e la libertà di vivere relazioni piene restano spesso un tabù, a causa di barriere culturali, stereotipi e mancanza di informazioni. 104 modi di amare nasce dalla volontà di contribuire a rompere il silenzio su queste tematiche e creare uno spazio di confronto aperto, libero da pregiudizi e pietismi". "Mi sono reso conto che alla fine io mi ponevo dei limiti che non c'erano. Pensavo, per esempio, essendo disabile: perché mai una ragazza dovrebbe stare con me? - racconta Guglielmo Mezzanotte, studente attivo nei gruppi di confronto - E invece tutti noi siamo ragazzi straordinari, quindi perché no? Anche noi possiamo amare, perché tutti possiamo e dobbiamo amare e credo che questi gruppi siano molto utili". "A '104 modi di amare' - spiega Marica Pugliese, psicologa e referente di Parent Project per le iniziative legate ad affettività e sessualità:- il lavoro da fare è su almeno due livelli: il potenziamento della capacità di autodeterminazione delle persone con disabilità, che passa anche attraverso l'espressione di bisogni affettivi e sessuali, e la preparazione della società ad accogliere questi bisogni. Ed è su questi due livelli che, come associazione, proviamo a muoverci dando il nostro contributo". Si parlerà di come riconoscere e sostenere il diritto all'espressione affettiva e sessuale delle persone con disabilità, di assistenza sessuale, di buone prassi, di educazione, di desiderio e autodeterminazione. Si tratterà di un momento importante per condividere esperienze, strumenti e prospettive, per combattere l'abilismo anche su questo fronte. Perché includere la dimensione dell'amore e della sessualità nella rappresentazione collettiva della disabilità è un passaggio imprescindibile per vedere, e quindi rappresentare, le persone con disabilità come persone a tutto tondo - non infantilizzate, non esseri umani e cittadini di serie B". "La società - aggiunge Maximiliano Ulivieri, fondatore di LoveGiver - deve imparare a guardare oltre la disabilità e riconoscere le persone nella loro interezza, con i loro bisogni e sogni. Solo così possiamo costruire un futuro più giusto e inclusivo, dove l'autodeterminazione non sia un privilegio, ma un diritto di tutti".
D.Campanella--INP