Microbiota, in 5-10 anni nuova arma dai tumori alle infezioni
Cattolica-Gemelli, sarà usato a scopo diagnostico e terapeutico
Dai tumori alle malattie dell'apparato digerente, il microbiota intestinale sta aprendo le porte a una rivoluzione in ambito diagnostico e terapeutico con concrete prospettive di utilizzo clinico entro i prossimi 5-10 anni soprattutto sul fronte diagnostico. È quanto emerge da una revisione pubblicata su Cell da esperti dell'Università Cattolica - Policlinico Gemelli Irccs di Roma. "Per la diagnosi - spiega Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà di Medicina, Direttore della Uoc Medicina Interna e Gastroenterologia e Centro Malattie dell'Apparato Digerente del Gemelli - il microbiota potrebbe essere utilizzato come biomarcatore per individuare una malattia in fase precoce; in questo ambito, gli studi più convincenti sono quelli sul cancro del colon. Oppure potrebbe essere utilizzato come predittore di risposta ad una terapia (ad esempio, all'immunoterapia in oncologia), o ancora per la diagnosi differenziale tra colite ulcerosa e malattia di Crohn. Sul versante terapeutico - continua - abbiamo diverse direzioni. Quella del trapianto fecale che si sta raffinando sempre di più e si sta muovendo verso lo sviluppo di consorzi microbici (cocktail di microbi selezionati, già impiegati per il trattamento delle coliti da Costridium); un'altra prospettiva promettente è quella dei batteriofagi, virus che, innocui per l'uomo, uccidono i germi patogeni; infine c'è quella dell'ingegnerizzazione dei probiotici (produttori o carrier di composti benefici)". E' il momento, spiega Gianluca Ianiro, ricercatore in Gastroenterologia all'Università Cattolica, di fare il punto sulle possibili applicazioni cliniche del microbioma. I risultati ottenuti finora fanno presagire, spiega Giovanni Cammarota, Ordinario di Gastroenterologia all'Università diverse prospettive cliniche: un test sullo screening del cancro del colon basato sull'esame del microbiota. "Un altro test dietro l'angolo, conitnua Ianiro, è quello per prevedere la risposta all'immunoterapia in pazienti oncologici (i dati più solidi acquisiti finora sono sul tumore del polmone e sul melanoma). Sul fronte della terapia, oltre alle indicazioni consolidate del trapianto di microbiota per le coliti da Costridium difficile, le prossime applicazioni saranno sull'eradicazione di batteri multi-farmaco resistenti come la Klebsiella nelle infezioni intestinali. Il trapianto di microbiota sarà usato anche per potenziare l'azione dell'immunoterapia".
A.Mariconda--INP